Lo sguardo perso sul mare: mito, arte e letteratura

“In mezzo al mare l’acqua è azzurra come i petali dei più bei fiordalisi e trasparente come il cristallo più puro; ma è molto profonda, così profonda che un’anfora non potrebbe raggiungere il fondo”. L’avete riconosciuto? È il celebre incipit di una delle fiabe più famose di sempre. La Sirenetta (Fig. 1) di Hans Christian Andersen.

Fig. 1. La Sirenetta, Edvard Eriksen, 1913, Copenaghen. Pixabay.

Solo poche semplici frasi messe l’una di seguito all’altra per far planare la mente lungo sterminate coste e profondi abissi tutti da esplorare. Fin dall’inizio dei tempi, infatti, il mare ed i suoi colori hanno ispirato sommi poeti, scrittori, filosofi, cantanti e pittori, i quali hanno saputo dare alla luce opere d’arte caratterizzate da immagini indelebili. Qual è dunque quell’affascinante mistero nascosto in fondo al mare che appassiona l’uomo, spingendolo alla costante ricerca di nuove risposte?

Simbolismo e significato nascosto

Ad affascinare gli artisti di ogni epoca e di ogni parte del mondo non sono stati soltanto i colori, la vastità e la profondità del mare (Fig. 2), ma anche il suo radicato simbolismo nell’immaginario collettivo.

Fig. 2. I colori del mare. Capo Vaticano © Veronica Elia.

Secondo gli studiosi, infatti, il mare è il simbolo indiscusso dell’inconscio ed è strettamente legato alla dimensione delle emozioni. Non a caso, rappresenta l’Istinto e l’Io Sconosciuto. C’è, poi, un altro importante filone di significati che è quello connesso all’idea dell’acqua come simbolo della nascita e della vita. Non c’è, quindi, da stupirsi se l’immagine del mare spinga da sempre l’uomo attraverso un viaggio nella profondità della sua psiche, al fine di raggiungere maggiori consapevolezze e l’affermazione di sé.

Il mito del mare nella letteratura

Nel corso del tempo, il simbolismo del mare è stato ripreso da scrittori ed artisti all’interno di meravigliosi capolavori che hanno contribuito ad accentuarne il mito. A tal proposito, il personaggio letterario più emblematico di sempre è senza dubbi Ulisse, per il quale il mare rappresenta il viaggio della vita. Dal fascino per l’ignoto alla perdita di sé, fino agli ostacoli da superare e al ricongiungimento con il proprio Io. Tutte tappe fondamentali che fanno parte tanto del viaggio in mare quanto dell’esistenza umana. Un tema caro, come sappiamo, anche al Romanticismo di Giacomo Leopardi, in cui il mare è sinonimo di sconfinatezza. “E il naufragar m’è dolce in questo mare”, (G. Leopardi, L’Infinito, 1819).

Anche in Herman Melville il viaggio in mare rappresenta una sfida o, meglio ancora, l’inutile tentativo da parte dell’uomo di dominare un destino che lo vuole spettatore passivo della propria condizione (Fig. 3). “Il mare nero si gonfiava, si gonfiava senza posa, come se le sue grandi maree fossero la sua coscienza, e la grande anima del mondo sentisse angoscia e rimorso del lungo peccato e dolore che aveva causato” (H. Melville, Moby Dick, 1851). Una visione molto simile a quella del Verismo di Giovanni Verga nei Malavoglia. “Il mare non ha paese nemmeno lui ed è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare di qua e di là dove nasce il sole” (G. Verga, I Malavoglia, 1881).

Fig. 3. Il mare come sfida. Pixabay.

Al di là dei significati nascosti del mare, la letteratura è stata anche in grado di far emergere immagini potenti al pari di quelle descritte dalle arti figurative. Basti pensare a rappresentazioni precise e dettagliate, ricche di colori e sfumature, capaci di far nascere nella mente del lettore dei veri e propri dipinti. Il mare che ieri era un torbido fondo di nuvola ai margini del cielo, si fa una striscia d’un cupo sempre più denso ed ora è un grande urlo azzurro al di là d’una balaustra di colline e case” (I. Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno, 1947).

Il mare nell’arte: l’esempio impressionista

Un percorso analogo a quello letterario si riscontra anche nell’ambito delle arti figurative. Sono davvero tantissimi, infatti, i dipinti con protagonista il mare che hanno segnato profondamente l’immaginario collettivo. Anche in questo caso, il simbolismo appare di volta in volta diverso, ma pur sempre connesso alla condizione dell’esistenza umana. In particolare, nell’Impressionismo l’elemento dell’acqua permette di creare degli affascinanti giochi di luce, come accade nel quadro che ha dato il nome alla corrente. Impressione, levar del sole di Claude Monet (Fig. 4a). Un dipinto in cui è rappresentato il porto di Le Havre all’alba, mentre il sole attraversa la nebbia mattutina e si riflette sull’acqua, donando all’opera un carattere quasi soprannaturale. Diversa è l’atmosfera che si coglie in un dipinto successivo dello stesso autore. Vista di Antibes dal Plateau di Notre Dame (Fig. 4b), dove il blu profondo del mare si contrappone all’azzurro del cielo e alle tinte rosa, viola e turchese del paesaggio circostante.

Fig. 4a. Impressione, levar del sole, Claude Monet, 1872, Musée Marmottan Monet, Parigi. CC BY Joaquin Martinez Rosado.
Fig. 4b. Vista di Antibes dal Plateau di Notre Dame, Claude Monet, 1888, Collezione privata. CC BY NC-SA 2.0 lluisribesmateu1969.

Nel Post-impressionismo di Paul Gauguin, al contrario, il mare non è serenità e fascino come in Monet, ma una forza inarrestabile, incontenibile e a volte perfino drammatica e violenta. Questo tipo di sensazioni sono per esempio evidenti all’interno del dipinto Giorno di Dio (Fig. 5), in cui è rappresentato un antico rito tahitiano, attraverso colori piatti, contrastanti ed innaturali che trasmettono un’immagine non tanto realistica quanto emozionale e carica di pathos.

Fig. 5. Giorno di Dio, Paul Gauguin, 1894, The Art Institute, Chicago. CC BY-NC 2.0 UGArdener.

Impossibile, quindi, non rimanere incantati dai colori e dalla potenza del mare. Dalla tempesta allo stato di quiete la tavolozza dell’artista, così come la penna del poeta, diventa lo strumento privilegiato di indagine attraverso la natura e la dimensione profonda dell’uomo, in una ricerca senza confini.

Sii sempre come il mare che infrangendosi contro gli scogli, trova sempre la forza di riprovarci.

(Jim Morrison)

Veronica Elia

Occhiocapolavoro

Dott. Giuseppe Trabucchi  – Medico Chirurgo – Specialista in Clinica e Chirurgia Oftalmica

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