La scoperta dello sguardo nell'innamoramento

L’amore a prima vista, l’amore cieco, gli occhi dell’amore… sono davvero tantissimi i modi di dire che racchiudono insieme le parole sguardo e innamoramento (Fig. 1).

pretty women
Fig. 1. Lo sguardo nell’innamoramento.

Due concetti che da secoli viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda tanto nella vita reale, quanto nell’arte, nel cinema e nella filosofia. Come un sottile fil rouge che guida l’individuo attraverso l’irrazionale dimensione dei sentimenti. Ma al di là della letteratura esiste, per così dire, una base scientifica che lega insieme il senso della vista con l’innamoramento?

Il processo di innamoramento

Nel corso dei secoli innumerevoli artisti hanno provato a spiegare con le immagini il ruolo dello sguardo nel processo di innamoramento, dando vita ad opere d’arte divenute iconiche, come ad esempio Il bacio di Gustav Klimt (Fig. 2a) o Il bacio di Francesco Hayez (Fig. 2b). Ad ogni modo, per quanto possa sembrare irrazionale, il processo di innamoramento ha anche una spiegazione prettamente scientifica. Si tratta, infatti, di un fenomeno chimico che riguarda ben 12 aree diverse del cervello, coinvolte nel rilascio di una serie di ormoni (dopamina, adrenalina, ossitocina), responsabili delle sensazioni di piacere ed euforia tipiche proprio delle fasi iniziali dell’innamoramento (Semir Zeki. The neurobiology of love. FEBS letters, 581(14), 2575-2579, 2007). Di fatto, queste molecole cominciano ad entrare in circolo alla sola vista del partner, scatenando così quelle che comunemente vengono definite le “farfalle nello stomaco”.

Fig. 2a Il bacio di Gustav Klimt. Fig 2b Il bacio di Francesco Hayez.

A questo processo vi sarebbe, poi, una corrispondenza dal punto di vista del linguaggio del corpo e, in particolare, degli occhi. Ci sono, infatti, alcune azioni del tutto involontarie che rappresentano un chiaro segnale di interesse. Se gli occhi si posano su un dettaglio per più tempo del necessario oppure se le pupille si dilatano inspiegabilmente, di sicuro qualcosa intorno a noi ha catturato la nostra attenzione (Anna Guglielmi. Il linguaggio segreto del volto. Edizioni Piemme, Milano 2012).

Caratteristica imprescindibile dello sguardo nell’innamoramento è, inoltre, la reciprocità. Per comprendere meglio questo concetto non possiamo non rifarci all’arte. In questo senso, vale la pena citare Amore e Psiche (Fig. 3), il gruppo scultoreo realizzato tra il 1787 e il 1793 da Antonio Canova.

La reciprocità dello sguardo in Amore e Psiche

L’opera di Antonio Canova si ispira all’omonimo mito di Amore e Psiche, narrato da Apuleio ne Le Metamorfosi. La storia racconta di una fanciulla bellissima, Psiche, che proprio per il suo aspetto aveva scatenato la gelosia di Venere, la quale decise di vendicarsi. Così, la dea mandò suo figlio Amore a trovare la giovane, affinché la facesse innamorare dell’uomo più brutto della Terra.

Vedendola, però, fu lo stesso Amore a rimare incantato da Psiche. Pertanto, per non essere scoperto dalla madre, Amore decise di portare con sé nel suo palazzo la fanciulla, senza rivelarle tuttavia la propria identità. Ogni sera, infatti, al calare del sole Amore si recava da Psiche senza mai mostrarle il volto. Ma un giorno la giovane, spinta dalla curiosità, si recò nella stanza dell’amato, illuminandone il volto e scoprendone la bellezza.

Quando, poi, Venere venne a sapere del fatto scatenò su Psiche tutta la sua ira, sottoponendola ad una serie di difficili prove che la ragazza riuscì sempre a superare. Soltanto alla fine fallì, nel momento in cui fu mandata negli Inferi per chiedere alla dea Proserpina un po’ della sua bellezza. Affrontata la prova sulla strada del ritorno Psiche non riuscì a trattenere la curiosità ed aprì senza permesso l’ampolla che le era stata affidata, cadendo in un sonno profondissimo. Quando Amore finalmente la ritrovò riuscì a svegliarla e decise di portarla con sé sull’Olimpo per non perderla mai più.

Fig. 3. Amore e Psiche, Antonio Canova, 1787-1793, Museo del Louvre, Parigi.

Ad ogni modo, al di là del mito, il gruppo scultoreo di Canova oggi conservato al museo del Louvre di Parigi è una chiara raffigurazione del coinvolgimento del senso della vista nell’innamoramento, in cui è possibile avvertire un erotismo sottile e raffinato. In particolare, nell’attimo che precede il bacio, si può cogliere perfettamente la reciprocità degli sguardi che si contemplano l’un l’altro con dolcezza ed intensità.

L’amore impossibile ne Gli amanti di René Magritte

Se da un lato abbiamo parlato della reciprocità dello sguardo nella scultura Amore e Psiche, dall’altro vale la pena citare anche l’impossibilità dell’amore e l’amore negato rappresentati a tutto tondo dal dipinto del 1928 di René Magritte Gli amanti (Fig. 4).

Fig. 4. Gli amanti, René Magritte, 1928, MoMa di New York

Come nel caso di Canova, anche nell’opera di Magritte i due innamorati sono vicini, ma divisi stavolta da un velo che li rende ciechi, alludendo così alla presenza di un muro che invisibilmente li allontana. Qui l’amore diventa quindi aspirazione, desiderio e tensione, ma non fusione e reciprocità come in Amore e Psiche. Due esempi certamente agli antipodi, ma che permettono di comprendere fino in fondo il ruolo dello sguardo nell’innamoramento.

Il primo bacio non è dato con la bocca ma con gli occhi

(Tristan Bernard)

 

Veronica Elia

Occhiocapolavoro

Dott. Giuseppe Trabucchi  – Medico Chirurgo – Specialista in Clinica e Chirurgia Oftalmica

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