In viaggio coi pirati: corpo di mille balene!

Storie, leggende e curiosità

Nella letteratura sono diverse le figure stereotipate entrate a far parte nel corso del tempo nell’immaginario collettivo. A tal proposito, il principe azzurro in sella al suo cavallo bianco, la fata madrina buona e caritatevole, la matrigna cattiva e le sorellastre perfide ed invidiose non sono soltanto i personaggi della nota fiaba Cenerentola, ma rappresentano anche gli ingredienti fondamentali di moltissimi altri racconti. Lo stesso accade anche con il pirata (Fig. 1), una figura a metà strada tra il reale ed il fantastico che contraddistingue tantissimi romanzi storici e leggendari.

Fig. 1. Pirata con la benda sull’occhio. Pixabay.

Il pirata, di fatto, è uomo di mare che conduce una vita irregolare perlopiù dedita alla violenza e all’illegalità. Tuttavia, all’interno della letteratura non sempre si tratta di un personaggio dalla connotazione negativa. A volte può capitare, al contrario, che ne vengano messe in evidenza le doti e, in particolare, il coraggio ed il valore. Ciò che, però, è quasi sempre un elemento ricorrente quando si parla di pirati e l’emblematica benda sull’occhio. Ma vi siete mai chiesti perché i pirati sono tradizionalmente rappresentati con questo dettaglio?

Perché i pirati hanno la benda sull’occhio?

Per scoprire il motivo per cui quasi tutti i pirati sono da sempre caratterizzati da una benda sull’occhio dobbiamo attingere ad una ragione storica da un lato e ad una fantastica dall’altro. Nel primo caso, bisogna risalire a Olivier Levasseur, un pirata francese vissuto a cavallo tra Seicento e Settecento, conosciuto anche con il soprannome La Buse (La Poiana) per via della spietatezza con cui affrontava i propri nemici in mare. Famoso anche per aver lasciato in eredità al mondo un enorme tesoro nascosto, pare che Levasseur durante le sue prime prodezze sia stato ferito proprio ad un occhio da una sciabola, sancendo così nell’immaginario collettivo lo stereotipo del pirata con la benda sull’occhio. Si dice, inoltre, che prima di essere giustiziato egli abbia esclamato: Trovi il mio tesoro, colui che può capirlo”, diventando per sempre immortale.

La seconda teoria ha invece a che fare con l’incredibile, in quanto farebbe risalire la consuetudine del pirata con la benda sull’occhio ad una ragione tanto pratica quanto bizzarra. I pirati, di fatto, dovevano restare sempre in guardia ed essere pronti a combattere in qualsiasi momento; pertanto, per poter affrontare all’improvviso i nemici anche al buio tenevano un occhio costantemente coperto per far sì che fosse sempre abituato a vedere nell’oscurità.

Non solo pirati…

Un’altra figura mitologica in questo senso emblematica è quella del ciclope, un gigante con un solo occhio posto in mezzo alla fronte, passato alla storia grazie a Polifemo (Fig. 2). Personaggio molto noto nella mitologia greca, citato da diversi autori, tra cui primo fra tutti Omero. Chi, infatti, non ricorda l’episodio descritto nell’Odissea in cui Ulisse incontra e sfida il ciclope?

Fig. 2. Gruppo di Polifemo, Agesandro, Atenodoro e Polidoro, Museo archeologico nazionale, Sperlonga. CC BY 3.0 by Sailko.

Ma facciamo ora un salto in avanti nel tempo e, in particolare, ad un proverbio medievale di derivazione latina:Beati monoculi in terra caecorum”, vale a dire “Beati i monocoli nel paese dei ciechi”. Un concetto così meglio definibile: “Nel Regno dei ciechi chi ha un occhio solo è il Re”. Nello specifico, questo modo di dire può avere due differenti interpretazioni. Da un lato assume un valore positivo, in quanto allude alla capacità di emergere anche con poche risorse. Dall’altro, invece, si fa carico di una connotazione negativa che minimizza le abilità di qualcuno, dal momento che rapportate ad un gruppo di sciocchi. C’è, infine, anche un’interpretazione nascosta di tale proverbio che rimanda, però, alla dimensione esoterica ed al terzo occhio, quello interiore.

Dalla letteratura alla realtà

Abbiamo già visto che per quanto la figura del pirata sia tuttora fortemente connessa alla dimensione mitico-letteraria, non sono mancati neppure nella realtà personaggi leggendari come Olivier Levasseur. Tuttavia, quest’ultimo non è l’unico pirata famoso della Storia. A tal proposito, è impossibile non citare il temibile corsaro Barbarossa, Francis Drake (Fig. 3), il quale è stato tra i primi navigatori a viaggiare verso l’America, il diabolico pirata inglese Barbanera e la pirata irlandese Anne Bonny, attiva nel corso del Settecento in bande di bucanieri perlopiù nei Mari dei Caraibi.

Fig. 3. Francis Drake, 1591, by lisbi1.

Ad ogni modo, dopo aver passeggiato seppur metaforicamente tra le vie dell’Antica Grecia e del Medioevo, non ci resta che fare ora un salto ai giorni nostri e parlare di un personaggio dall’indiscusso valore storico e politico, Moshe Dayan (Fig. 4). Generale israeliano scomparso nel 1981, conosciuto in tutto il mondo per la sua benda sull’occhio sinistro, perso in Siria durante la Seconda Guerra Mondiale per via dell’esplosione della lente di un binocolo, causata da un colpo di fucile. Una figura certamente emblematica, quella di Dayan, che ha giocato un ruolo chiave nella Storia del popolo israeliano, prendendo parte alla Guerra dei sei giorni del 1967, a quella del Kippur del 1973 ed intraprendendo più avanti anche la carriera politica, interrotta bruscamente dalla sua malattia.  

Fig. 4. Moshe Dayan, CC BY-NC 2.0, by Israel Defense Forces.

Benché quindi i pirati siano esistiti ed esistano tuttora anche nella realtà, la loro figura rimane comunque avvolta da un velo di fascino e mistero, al punto tale da spingerci a sfidare le nostre paure per vivere, seppur nella maggior parte dei casi solo nella fantasia, le più incredibili avventure.

Dovunque vorremo andare andremo, una nave è questo in realtà. Non è solo una chiglia, con uno scafo e un ponte o delle vele, sì, la nave è fatta così, ma ciò che una nave è in realtà… è libertà.

(Jack Sparrow, Pirati dei Caraibi – La maledizione della prima luna)

Veronica Elia

Occhiocapolavoro

Dott. Giuseppe Trabucchi  – Medico Chirurgo – Specialista in Clinica e Chirurgia Oftalmica

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Iscrizione Ordine dei Medici Chirurghi di Milano n. 25154