Disturbo da dismorfismo corporeo
Nella dismorfofobia, la preoccupazione legata alla percezione di uno o più difetti fisici inesistenti o lievi determina un grave disagio e/o una compromissione delle attività quotidiane.
- Ogni giorno, il soggetto passa ore a preoccuparsi dei presunti difetti, che possono interessare una qualsiasi parte del corpo.
- Il medico pone una diagnosi di dismorfofobia quando le preoccupazioni estetiche provocano un grave stato ansioso o interferiscono con l’attività quotidiana.
- Alcuni antidepressivi (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina oppure la clomipramina) e la terapia cognitivo-comportamentale sono spesso efficaci.
Il soggetto dismorfofobico crede di avere una o più imperfezioni o difetti fisici, che in realtà sono inesistenti o lievi. Continua a fare determinate cose (come controllarsi allo specchio, imbellettarsi eccessivamente o confrontarsi a livello estetico con altri) perché è molto preoccupato delle presunte imperfezioni nel suo aspetto.
Il disturbo da dismorfismo corporeo di solito si manifesta nel corso dell’adolescenza ed è leggermente più comune tra le donne. Questo disturbo colpisce circa il 2-3% delle persone.
Sintomi
I sintomi del disturbo da dismorfismo corporeo possono svilupparsi gradualmente o improvvisamente, hanno intensità variabile e in assenza di trattamento tendono a persistere. Le preoccupazioni interessano generalmente il volto o il capo, ma possono coinvolgere una o più parti del corpo e variare in base alla parte interessata. Ad esempio, il soggetto può preoccuparsi per la percezione di un diradamento dei capelli, di presenza di acne, rughe o cicatrici, oppure del colore della pelle o di un’eccessiva peluria facciale o corporea. Può inoltre focalizzare l’attenzione sulla forma o le dimensioni di una parte del corpo (naso, occhi, orecchie, bocca, seno, gambe o glutei). Alcuni uomini con un fisico normale o addirittura atletico si reputano gracili e tentano in tutti i modi di aumentare il peso e la muscolatura, una condizione chiamata dismorfia muscolare. Il soggetto dismorfofobico può descrivere le zone del corpo che non accetta come brutte, poco attraenti, deformate, ripugnanti o mostruose.
La maggior parte dei soggetti dismorfofobici non è consapevole di avere un aspetto effettivamente normale e ha difficoltà a tenere a bada le proprie preoccupazioni: ogni giorno passa ore a preoccuparsi dei suoi presunti difetti. Il soggetto può credere che altri lo stiano osservando o prendendo in giro a causa del suo aspetto. La maggior parte dei soggetti dismorfofobici si esamina spesso allo specchio, mentre alcuni evitano di guardarsi e altri ancora oscillano tra questi due comportamenti.
Molti dismorfofobici effettuano un’eccessiva e compulsiva toelettatura, tendono ad escoriarsi (per rimuovere o sistemare i presunti difetti cutanei) e vogliono essere rassicurati sui presunti difetti. Possono cambiare spesso indumenti per cercare di nascondere o camuffare il difetto inesistente o presente in forma lieve, o cercare di migliorare l’aspetto in altri modi. Ad esempio, un soggetto può farsi crescere la barba per nascondere presunte cicatrici o indossare un cappello per coprire un lieve diradamento dei capelli. Per correggere il presunto difetto, la maggior parte dei dismorfofobici si sottopone, talvolta ripetutamente, a trattamenti medici di cosmesi (molto spesso dermatologici), nonché odontoiatrici o chirurgici. Questi interventi generalmente non sortiscono effetti e possono intensificare la preoccupazione. Gli uomini con dismorfia muscolare possono assumere steroidi anabolizzanti (come il testosterone), potenzialmente pericolosi.
Sapevate che…
Il soggetto può essere così turbato da un difetto estetico immaginario o presente in forma lieve da evitare di mostrarsi in pubblico.
Poiché il soggetto dismorfofobico è convinto di avere un problema estetico, talvolta evita di mostrarsi in pubblico, di recarsi a lavoro, a scuola e di partecipare alle attività sociali. Alcuni di quelli che presentano sintomi gravi escono di casa solo di notte, mentre altri non escono affatto. Pertanto, questo disturbo spesso porta all’isolamento sociale. Nei casi molto gravi, il disturbo di dismorfismo corporeo è invalidante. L’angoscia e le difficoltà associate a questo disturbo possono portare a depressione, a problemi di uso di alcol o sostanze, a ripetuti ricoveri, a un comportamento suicidario e al suicidio.
Nel corso della vita, circa l’80% dei soggetti con disturbo di dismorfismo corporeo manifesta ideazione suicidaria e da un quarto a quasi il 30% tenta il suicidio.
Molti soggetti con disturbo di dismorfismo corporeo soffrono anche di altre malattie mentali, come il disturbo depressivo maggiore, il disturbo da uso di sostanze, il disturbo d’ansia sociale o il disturbo ossessivo-compulsivo.
Diagnosi
- Valutazione di un medico basata su determinati criteri diagnostici
I soggetti con dismorfofobia possono non ricevere una diagnosi per anni perché sono troppo imbarazzati o si vergognano troppo per rivelare i loro sintomi oppure perché credono veramente di essere brutti. La dismorfofobia si distingue dalle normali preoccupazioni legate all’aspetto fisico oppure dalla vanità perché comporta un notevole dispendio di tempo e determina gravi turbe ansiogene o compromette in modo significativo le funzioni della persona.
Il disturbo da dismorfismo corporeo viene diagnosticato se il soggetto presenta il seguente quadro:
- è preoccupato per una o più imperfezioni nel suo aspetto che altre persone ritengono insignificanti o non notano
- mostra comportamenti eccessivi ripetitivi (come controllarsi allo specchio, imbellettarsi eccessivamente o confrontarsi a livello estetico con altri) perché è molto preoccupato del suo aspetto
- soffre molto o ha meno capacità di funzionare normalmente (ad esempio sul lavoro, in famiglia o con gli amici) perché è troppo preoccupato delle presunte imperfezioni nel suo aspetto
In caso di una preoccupazione che riguarda solo l’aspetto e il peso corporei associata a un comportamento alimentare anomalo, un disturbo alimentare può costituire la diagnosi più accurata; se la preoccupazione riguarda solo l’aspetto delle caratteristiche sessuali o altre caratteristiche fisiche che riflettono il sesso alla nascita, può essere considerata una diagnosi di disforia di genere.
Trattamento
- Alcuni antidepressivi
- Terapia cognitivo-comportamentale
Il trattamento con alcuni antidepressivi, in particolar modo gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina o la clomipramina (un antidepressivo triciclico), è spesso efficace nelle persone affette dal disturbo da dismorfismo corporeo. Sono spesso necessari alti dosaggi.
Anche la terapia cognitivo-comportamentale incentrata specificamente sui sintomi della dismorfofobia può essere efficace. Nell’ambito di questa terapia, lo psicoterapeuta aiuta il soggetto a sviluppare una visione estetica di sé più accurata e funzionale. Inoltre, cerca di impedire che il soggetto possa mettere in atto i comportamenti ripetitivi eccessivi, come ad esempio specchiarsi ed escoriarsi. Inoltre, aiuta i pazienti a partecipare e sentirsi più a proprio agio nella situazioni sociali.
Per ridurre l’ escoriazione o lo strappamento dei peli ripetuti, che i soggetti con disturbo da dismorfismo corporeo possono eseguire nel tentativo di ridurre o eliminare i presunti difetti cutanei (come le macchie) o piliferi (come l’eccesso di pelo facciale), viene utilizzata la terapia di inversione dell’abitudine.
Poiché molti soggetti che soffrono di tale disturbo non ammettono di avere un problema di immagine corporea piuttosto che un reale problema di aspetto, il medico può dover ricorrere a tecniche motivazionali per convincerli a partecipare a questi trattamenti.
Molti specialisti ritengono che nei casi gravi sia meglio combinare la terapia farmacologica e la terapia cognitivo-comportamentale.
Katharine Anne Phillips , MD, Weill Cornell Medical College;
Dan J. Stein , MD, PhD, University of Cape Town
Tratto da Manuale MSD. Versione per i pazienti.
Occhiocapolavoro
Dott. Giuseppe Trabucchi – Medico Chirurgo – Specialista in Clinica e Chirurgia Oftalmica
P.IVA 02128970031 – C.F. TRBGPP59D30E463K
Iscrizione Ordine dei Medici Chirurghi di Milano n. 25154