Cecità
Cosa è?
Con “cecità” si indica la mancanza totale o parziale della percezione visiva di uno o di entrambi gli occhi, che può essere congenita (cioè essere presente fin dalla nascita) o acquisita (l’individuo perde la vista dopo la nascita). La cecità può essere dovuta a condizioni o patologie che colpiscono direttamente l’occhio o le vie ottiche (ad esempio tumori, infezioni, traumi) o essere secondaria a patologie che non riguardano direttamente l’occhio (ad esempio retinopatia diabetica). Tipi di cecità, sono:
- cecità o amaurosi: è definita totale quando l’occhio non percepisce affatto la luce;
- cecità funzionale: è presente quando il sistema visivo percepisce la luce, ma è incapace di percepire le forme;
- cecità legale: è presente quando la percezione, non superiore a 1/20 nei ciechi parziali, non permette l’autonomia del soggetto. L’ampiezza del campo visivo è inferiore al 3% per i ciechi totali oppure al 10% per i ciechi parziali (ad entrambi gli occhi o nell’occhio migliore anche con correzione).
Quali sono i requisiti necessari (a chi spetta)?
Nel nostro Paese c’è una Legge – 138 del 2001 – che definisce i due livelli di cecità, prendendo in considerazione per la valutazione del danno visivo sia la visione centrale (visus) che quella periferica (campo visivo). Ne diamo una sintetica definizione:
- il visus è la visione centrale che ci permette di riconoscere i particolari di un oggetto, di leggere e di scrivere;
- il campo visivo è il controllo dello spazioche si riesce a controllare quando si fissa un oggetto.
A seconda della perdita di uno o dei due parametri, si entra in una condizione di cecità parziale o totale. Altri parametri della funzione visiva non vengono presi in esame.
È cieco assoluto chi:
- ha totale mancanza di vista in entrambi agli occhi: è al buio assoluto;
- percepisce solo la luce: sa riferire di un fascio di luce che giunge al suo occhio;
- percepisce qualcosa in movimento, ma non sa riconoscere che cosa sia;
- ha un residuo del campo visivo inferiore al 3%.
È cieco parziale chi:
- ha un visus non superiore a 1/20 nell’occhio migliore;
- ha un residuo del campo visivo inferiore al 10%.
Quando c’è una condizione di cecità, il paziente deve essere orientato a seguire il percorso specifico.
Prima di tutto, è necessario che rientri nei parametri previsti dalla Legge: altrimenti perde tempo e va a intasare le già lunghe liste di attesa.
Quindi, la prima cosa che deve fare è chiedere al proprio oculista una certificazione medico legale che quantifichi i due parametri previsti dalla legge.
Poi può rivolgersi al medico di base o al medico di un patronato, accreditati presso il sistema attraverso un codice PIN, che compileranno il modulo richiesto da inviare telematicamente.
Il paziente – autonomamente o rivolgendosi a un patronato – deve a sua volta presentare domanda in maniera telematica, allegando il suddetto modulo.
Successivamente, sarà convocato a visita presso la Commissione dell’Azienda USL o presso quella INPS di prima istanza. Il paziente può farsi assistere a sue spese da un medico di fiducia. È opportuno presentare tutta la documentazione medica in possesso, valutando anche le richieste consigliate dall’INPS (documenti emessi da un centro pubblico, o altro). Al termine viene redatto il verbale, che l’INPS invierà direttamente all’interessato.
L’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità-IAPB, Italia.
Occhiocapolavoro
Dott. Giuseppe Trabucchi – Medico Chirurgo – Specialista in Clinica e Chirurgia Oftalmica
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Iscrizione Ordine dei Medici Chirurghi di Milano n. 25154