Atavismo

L’atavismo (dal latino atavus, che significa antenato) contrassegna una tendenza al ritorno alle caratteristiche presenti nell’antenato evolutivo di un individuo. L’atavismo, cioè, indica la ricomparsa, in un individuo, di un tratto che era scomparso molte generazioni prima. L’insieme dei caratteri atavici possono essere considerati come prove della storia evolutiva di un organismo che l’evoluzione ha poi cancellato o, in alcuni casi, riutilizzato. Col termine di eredità atavica o atavismo, un tempo frequentemente usato in zootecnia, si intende la comparsa di caratteri non presenti nei genitori, ma che provengono dai nonni o da generazioni ancestrali più remote. I trattatisti distinguevano infatti:

  • un atavismo di famigliaquando il carattere poteva essere rintracciato nei nonni, bisavi o trisavi;
  • un atavismo di razzaquando il carattere proveniva verosimilmente da antenati remoti vissuti all’epoca della formazione della razza stessa;
  • un atavismo di speciese il carattere, decisamente aberrante (ad es. polidattilia nel cavallo) poteva essere ricondotto addirittura a specie estinte e progenitrici della specie domestica.

Galton, nella sua teoria dell’eredità ancestrale, discusse l’esistenza di questi fenomeni ammettendo che, per cause ignote, la parte del patrimonio ereditario che proveniva da un antenato potesse intensificarsi fino al punto da rendersi di nuovo visibile.

Zwaenepoel aveva notato che i fenomeni di atavismo sono frequenti nelle razze di formazione recente e nelle popolazioni meticcie, mentre sono rari nelle razze antiche soggette da molto tempo alla selezione. Allo stato attuale delle nostre conoscenze è facile dare una spiegazione di questi fenomeni: l’atavismo vero, quello cioè che si può documentare nell’ambito di qualche generazione di ascendenti, è semplicemente dovuto alla legge mendeliana della disgiunzione, per cui da genitori eterozigoti Aa si possono ottenere figli omozigoti aa nei quali ricompare appunto un carattere recessivo già presente in qualche avo o bisavo.

Vi è poi un falso atavismo, che consiste nella comparsa di caratteri nuovi, o comunque di differenze fenotipiche, che dipendono da fenomeni di interazione genica o di epistasi, che un tempo erano arbitrariamente considerati quali espressioni di un ritorno verso caratteristiche ancestrali. Tali fenomeni, e soprattutto quelli pertinenti ai cosiddetti atavismi di razza e di specie, debbono essere attualmente interpretati come mutazioni di geni da domestici – ormai fissati dalla selezione – in geni primitivi, a comportamento dominante, e perciò di immediata espressione fenotipica. Anche molti caratteri nuovi o aberranti, oltre che da nuove combinazioni genotipiche, possono essere determinati da mutazioni, il che è confermato sostanzialmente dalla rarità di queste manifestazioni ereditarie.

Tratto da: Summa Gallicana. Elio Corti. https://www.summagallicana.it/

Occhiocapolavoro

Dott. Giuseppe Trabucchi  – Medico Chirurgo – Specialista in Clinica e Chirurgia Oftalmica

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