Yoga e fibromialgia: un aiuto naturale

Tra i tanti focus di Occhiocapolavoro vi è l’attenzione per la salute ed il benessere psicofisico della persona. Abbiamo, quindi, coinvolto Jores Facchinelli, insegnante di yoga specializzata in Vinyasa yoga, Restorative yoga e Ayurveda, per affrontare un argomento che, oltre ad essere (almeno per noi!) molto interessante, fa emergere l’importanza dell’equilibrio tra mente e corpo.  Oggi parliamo, infatti, di Yoga e la Fibromialgia. In questo articolo vengono descritti alcuni esercizi Yoga (restorative yoga) molto utili a migliorare la sintomatologia delle persone che soffrono di dolori cronici articolari. Attraverso il rilassamento profondo, tipico della pratica Yoga siamo in grado di allentare uno stato di tensione generalizzato che spesso si accompagna alle persone che soffrono di fibromialgia.

La fibromialgia, chiamata anche sindrome fibromialgica, è una patologia, oggi da molti definita di tipo reumatico, che colpisce oltre due milioni di persone in Italia, prevalentemente donne in età media, con una frequenza che aumenta all’aumentare dell’età.

In estrema sintesi, possiamo dire che tale malattia comporta dolore cronico intenso e diffuso (che può riguardare, oltre a muscoli, tendini e legamenti, anche le articolazioni e i tessuti molli, come cute e sottocute), una significativa tensione/rigidità muscolare, o comunque, un aumento della stessa, nonché stanchezza e affaticamento, fino ad una sensazione di profonda spossatezza. Spesso tali sintomi sono associati anche a disturbi dell’umore, del sonno (depressione, ansia, nervosismo, insonnia) e sessuali. I sintomi della fibromialgia possono coinvolgere in sostanza tutti gli organi e gli apparati, compreso quello visivo; non di rado il soggetto fibromialgico lamenta annebbiamento della vista, difficoltà di messa a fuoco e secchezza degli occhi  (Andrea Grieco. La Fibromialgia. Finalmente buone notizie!: un contributo per la diagnosi e la cura. Nuove Esperienze, Pistoia, 2017).

 

La fibromialgia può comparire in modo graduale e aggravarsi con il passare del tempo, oppure esordire improvvisamente dopo un evento scatenante, come un trauma fisico, un’infezione o uno stress psicologico. Le cause esatte dell’insorgenza di tale patologia non sono note. Sono tuttora in corso studi e approfondimenti sulle origini e i possibili metodi di cura della malattia.

Secondo l’ipotesi più accreditata alla base della sindrome c’è una sensibilizzazione cerebrale agli stimoli dolorosi, con la conseguente compromissione della soglia del dolore, che viene percepito spesso molto acuto.

Vista la varietà dei sintomi, l’approccio terapeutico più adeguato alla fibromialgia sembra sia quello multidisciplinare, dove all’utilizzo di farmaci si associano, oltre a percorsi di supporto psicoterapeutico, anche delle “regole” comportamentali, tra cui il mantenimento di uno stile di vita attivo e quindi la necessità di svolgere movimento fisico regolare, preferibilmente a basso impatto e, in generale, di tipo aerobico (Cazzola M, Atzeni F, Salaffi F, Stisi S, Cassisi G, Sarzi-Puttini P. Which kind of exercise is best in fibromyalgia therapeutic programmes? A practical review. Clin Exp Rheumatol. 2010 Nov-Dec; 28 (6 Suppl 63): S117-24).

È qui che lo yoga entra in gioco. La pratica degli asana, le posizioni, la respirazione comportano benefici al sistema muscolo scheletrico, ma anche alla circolazione e al sistema linfatico.

Chiunque abbia mai provato a fare yoga sa però che tale disciplina può fare molto di più, in quanto “strumento” di cura della persona nella sua totalità.

L’essere umano è un tutt’uno che non si può scomporre e, come ormai confermato anche dalle neuroscienze, corpo e mente sono inscindibili e legate da un rapporto di reciprocità. Questo è proprio il motivo che rende lo yoga così efficace anche nella regolazione e nel riequilibrio del sistema nervoso. Ogni attività che realizziamo a livello fisico ha delle implicazioni sul nostro stato mentale ed emotivo, così come ogni esperienza che viviamo ed emozione che proviamo influiscono sull’organismo.

Da questo punto di vista lo stile di yoga che può rivelarsi più utile, soprattutto per la gestione del dolore cronico a muscoli, tendini e articolazioni e degli altri sintomi associati alla fibromialgia, come disturbi del sonno, colite, gastrite, cefalea, ansia e depressione è il restorative yoga.

Si tratta di una pratica meditativa associata a un profondo rilassamento del corpo, che viene condotto all’accettazione del “far niente”, godendo dei benefici derivanti dalla creazione di uno spazio protetto in cui poter rallentare e prendersi una pausa. Lo stile “restorative” si basa sulla istintività dei movimenti e sul concetto di dolcezza; nel praticarlo, infatti, si ricorre all’uso di supporti idonei a condurre e guidare la persona verso uno stato di profonda distensione del corpo e della mente, come coperte, cuscini, mattoni, cuscinetti per occhi, sedie, etc. (Fig. 1).

Fig. 1. Supta baddhakonasana supportato.

Sperimentare questa sensazione di sostegno e protezione, mentre si assumono determinate posizioni, permette al corpo di abbandonarsi in modo graduale e naturale.

Lo scioglimento progressivo della tensione muscolare profondamente radicata e dello stress innesca una serie di reazioni fisiologiche legate all’attivazione del sistema nervoso parasimpatico, la branca del sistema nervoso autonomo, che presiede a tutti processi di rigenerazione e digestione (relaxation response).

Sappiamo che i percorsi di modulazione del dolore sono influenzati dall’amigdala, quell’insieme di nuclei nervosi che ha sede nella parte più interna di entrambi i lobi temporali del cervello.

Quando il sistema nervoso è sotto stress, tali percorsi possono essere attivati più facilmente.

Per provare a “normalizzarli”, e quindi riequilibrare il sistema nervoso, può essere assai utile ricorrere ad alcune tecniche yogiche di respirazione (come, ad esempio, il pranayama), ad alcune posizioni di restorative yoga molto pacificanti (come i piegamenti in avanti, tra cui balasana supportato; (Fig. 2) o ancora alla c.d. ritrazione dei sensi (pratyahara), in quanto pratica volta alla gestione delle influenze sensoriali esterne.

Fig. 2. Baddhakonasana Supportato.

Nelle malattie in cui si sperimenta una situazione di dolore prolungato, come la fibromialgia, il dolore è reale, ma spesso la relativa sensazione è esacerbata dalla reazione di risposta del cervello al dolore; una reazione in un certo senso distorta dalla condizione di sofferenza a cui il corpo è costantemente sottoposto, tale da determinare una significativa ipersensibilità del sistema nervoso e, al contempo, della muscolatura, che finisce con l’essere via via sempre più contratta, a causa degli strati di tensione accumulatosi l’uno sull’altro.

Per usare una metafora possiamo pensare che il rilassamento profondo, ottenuto attraverso le tecniche del restorative yoga (Fig. 3), agisce in modo simile a quello che accade quando sbucciamo una cipolla: con pazienza e uno strato alla volta ci rendiamo disponibili ad allentare uno stato di tensione generalizzato.

Fig. 3. Viparita Karani in stile restorative yoga: una posizione di inversione passiva.

Il restorative yoga migliora anche tutta una serie di processi come quelli digestivi, supporta il sistema immunitario e aiuta a regolare l’umore e a migliorare la qualità del sonno, dando un importante contributo alla qualità della vita di chi soffre di dolore cronico.

In realtà, tale disciplina può ad andare ben oltre. È un percorso che ci invita a guardare dentro di noi e ad ascoltarci meglio e di più.

Potremmo definirlo uno strumento di conoscenza di sé e sappiamo bene che è proprio dalla conoscenza della propria persona che può iniziare un processo di trasformazione profonda. Questo lavoro viscerale sulle emozioni e sulla mente può cambiare completamente il modo in cui si affronta la malattia e le sue implicazioni, donando nuove consapevolezze e favorendo una crescita interiore e spirituale.

Jores Facchinelli

Occhiocapolavoro

Dott. Giuseppe Trabucchi  – Medico Chirurgo – Specialista in Clinica e Chirurgia Oftalmica

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