Guardare dall’alto: paesaggio o panorama?

Nel linguaggio comune siamo abituati ad usare i termini paesaggio e panorama come sinonimi. In realtà, il primo ha un’accezione prettamente scientifica, mentre il secondo una più umanistica. Se quindi il paesaggio è l’oggetto di studio degli scienziati, il panorama è ciò che ispira i quadri dei pittori e i versi dei poeti; è ciò che si vede dall’alto di un punto d’osservazione privilegiato come può esserlo una montagna, un grattacielo o una ruota panoramica. Proviamo, dunque, a partire per un viaggio immaginario alla scoperta dei principali punti panoramici del Pianeta e dell’Italia, osservando “il mondo” da un’altra prospettiva, ma godendo pur sempre di incantevoli scenari. 

Il paesaggio, come spiega nel suo saggio Paesaggio o panorama?”  il geologo e naturalista Frederick Bradley, è un ecosistema fisico-biologico in costante interazione nello spazio e nel tempo. Il panorama (Fig. 1) invece è “una rappresentazione scenica del territorio”, legata al concetto di bellezza e dettata dall’emozione che può suscitare.

Fig. 1. Porto Timoni Beach, Corfù © Veronica Elia

Se quindi il paesaggio è l’oggetto di studio degli scienziati, il panorama è ciò che ispira i quadri dei pittori e i versi dei poeti, come nel caso de “L’infinito” di Giacomo Leopardi.

“Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.”

(Giacomo Leopardi, L’infinito, 1819)

Cosa significa “guardare dall’alto” nella filosofia

L’espressione “guardare dall’alto” non ha a che fare soltanto con la dimensione fisica delle cose, ma è anche collegata al concetto filosofico della prospettiva cosmica. Si tratta di un esercizio che consiste nell’osservare la realtà che ci circonda con distacco ed obbiettività, in modo tale da riuscire ad inserire le persone, gli oggetti e gli eventi in una dimensione più ampia. Lo sguardo dall’alto ci aiuta quindi a cambiare il nostro giudizio sui beni terreni, ricollocandoli nella vastità del cosmo come spiega l’imperatore e filosofo romano Marco Aurelio:

“Occorre anche osservare le cose terrene come da un luogo elevato si guarda verso il basso: mandrie, eserciti, campi coltivati, matrimoni, divorzi, nascite, morti, clamore di tribunali, terre deserte, popolazioni barbariche varie, feste, lamentazioni, mercati, tutto questo gran miscuglio e l’armonioso ordine che nasce dagli opposti.”

(Marco Aurelio, A Se Stesso, VII, 48)

Ad ogni modo, si può guardare il mondo dall’alto anche tenendo i piedi ben ancorati a terra – o quasi – senza andare a scomodare poeti e filosofi.

Come?

Limitando questa espressione ad una dimensione strettamente fisica, assumono rilievo tutti quei luoghi che rappresentano dei punti di osservazione privilegiati, naturali e non, come per esempio la cima del Pão de Açúcar, l’Empire State Building e la London Eye, che consentono di vedere “il mondo” da un’altra prospettiva, godendo di splendidi panorami.

I punti panoramici più iconici del mondo

Quando si parla di panorama mozzafiato non si può fare a meno di menzionare la vista che si estende ai piedi del Pão de Açúcar di Rio de Janeiro (Fig. 2a). Il celebre Pan di Zucchero alto circa 400 metri che domina la città. Un colpo d’occhio strepitoso sulle meraviglie di Rio de Janeiro e sull’Oceano Atlantico che bagna la costa. Un’altra icona in questo senso è l’Empire State Building di New York (Fig. 2b) che, sebbene non sia il grattacielo più alto della Grande Mela, è quello che forse più di tutti è rimasto impresso nell’immaginario collettivo per via del suo stile art déco e la possibilità di raggiungere la sua terrazza panoramica all’ottantottesimo piano e l’osservatorio vetrato al centoduesimo. A Chicago sorge invece la Willis Tower, nota anche come Sears Tower, che è stata il grattacielo più alto al mondo tra il 1973 e il 1998.

Fig 2a. Pão de Açúcar di Rio de Janeiro, Pixabay.
Fig 2b. Empire State Building di New York, Pixabay.

Indimenticabile anche la vista su Dubai dal Burji Kalifa (Fig. 3a), l’edificio più alto del mondo che offre ai suoi visitatori una terrazza panoramica dalla quale osservare tutta la città e gli altri grattacieli, e quella al di sotto di Trolltunga (Fig. 3b), la caratteristica roccia sporgente che si staglia in orizzontale a 1100 metri di altezza rispetto al villaggio di Skjeggedal, in Norvegia.

Da non tralasciare lo Zhangjiajie, il sito panoramico nella zona centro meridionale della Cina entrato a far parte del Patrimonio Unesco dal 1992. A Shanghai, si trova inoltre la torre del World Financial Center che, con i suoi 492 metri di altezza, è al decimo posto tra i grattacieli più alti del mondo. Il Taipei 101 a Taiwan è, invece, il quinto grattacielo più alto al mondo (509,20 metri).

Rimanendo in Europa non possiamo non citare il Capo Girao, il promontorio portoghese sull’isola di Madeira su cui si estendono una terrazza e una passerella con il pavimento trasparente per permettere ai visitatori di ammirare uno strapiombo di quasi 600 metri. Anche in Austria dal Dachstein Skywalk si può godere di un panorama spettacolare dalla scenografica piattaforma in vetro, raggiungibile in funivia, e da cui si ha l’impressione di essere sospesi fra il cielo e le montagne. Ma è in Svizzera che si trova il ponte sospeso più alto d’Europa, il Titlis Cliff Walk, che si protende a 3041 metri di quota su uno strapiombo di 500 metri. Menzioniamo infine The City of Capitals, un complesso multifunzione situato a Mosca, di cui fanno parte tra gli altri due grattacieli di 256 e 301 metri che rappresentano rispettivamente San Pietroburgo e Mosca. La torre Mosca è stata, di fatto, l’edificio più alto d’Europa fino alla costruzione di The Shard a Londra, completata nel 2012 e progettata dall’architetto Renzo Piano.

Fig. 3a. Burji Kalifa di Dubai, Pixabay.
Fig. 3b. Trolltunga in Norvegia, Pixabay.

London Eye

Pur non essendo attualmente il punto panoramico più alto del mondo, London Eye (Fig. 4), con i suoi 135 metri di altezza, si è però affermato nel corso del tempo come uno dei luoghi in questo senso più famosi. L’idea alla base della sua realizzazione è molto simile a quella della Tour Eiffel di Parigi.

Con l’obiettivo di celebrare la creatività e l’ingegno del Regno Unito, oltre che l’arrivo del nuovo millennio, l’Occhio di Londra, conosciuto anche come Millennium Wheel o Ruota del Millennio, è stato progettato e costruito dallo studio di architetti Marks & Barfield tra il 1998 e il 2000. All’epoca della sua inaugurazione era la ruota panoramica più alta al mondo, successivamente, però, è stata superata dal Singapore Flayer (165 metri), dalla High Roller Observation Wheel di Las Vegas (167,6 metri) e dalla Dubai Eye (250 metri). Situata sulla sponda sud del Tamigi, vicino a Westminster, resta comunque ad oggi la ruota panoramica più alta d’Europa. Con un giro su di essa, infatti, si può godere di una vista a 360 gradi sui monumenti più importanti della città. La rotazione graduale delle cabine di vetro permette di avere una visuale sempre mutevole di Londra durante tutti i 30 minuti di tour. Nelle giornate più limpide dalla cima si può perfino vedere il Castello di Windsor, posto a circa 40 chilometri di distanza dal centro di Londra.

Fig. 4. London Eye, Pixabay.

Le capsule sono numerate dall’1 al 33, ma in realtà ce ne sarebbero solo 32. Per ragioni legate alla superstizione è stato infatti saltato il numero 13. Ad ogni modo, ognuna di esse simboleggia uno dei quartieri di Londra, pesa 10 tonnellate e può contenere fino a 25 persone. Inoltre, all’interno di ciascuna cabina sono presenti delle guide interattive che consentono di esplorare i siti simbolo della capitale in lingue diverse. Insomma, una costruzione incredibile ed imponente che sin dall’inizio della sua storia ha rappresentato un punto di riferimento fra le varie attrazioni turistiche di Londra, fino ad arrivare ad attirare a sé circa 3,5 milioni di visitatori all’anno. 

I panorami d’Italia più suggestivi

Anche in Italia sono presenti diversi punti panoramici di grande interesse. Sicuramente vale la pena citare la vetta del Monte Bianco (4808 metri) a confine tra Italia e Francia, una meta molto ambita soprattutto fra gli alpinisti. Per gli amanti della montagna non manca, inoltre, la vista mozzafiato sulle Tre Cime di Lavaredo in Alto Adige. Passando poi dalle Alpi agli Appennini, nel territorio de L’Aquila all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso, si trova Rocca Calascio, uno dei castelli più alti d’Italia, posto a ben 1460 metri di altezza. Anche il ponte per Civita di Bagnoregio (VT) (Fig. 5a), la “città che sta morendo”, rientra fra i punti panoramici più belli del nostro Paese.

Passando per le principali città italiane è praticamente impossibile dimenticarsi del Campanile di Giotto a Firenze. La torre campanara della Basilica di Santa Maria del Fiore. A Venezia, meta obbligata è il Campanile di San Marco da cui si può godere di un incredibile panorama su tutta la Laguna, mentre a Bologna a farla da padrona è la Torre degli Asinelli, uno dei punti panoramici più belli della città, oltre che di tutto il nostro Paese. La Mole Antonelliana (Fig. 5b) è, invece, il simbolo di Torino. Alta 85 metri, è possibile raggiungerne la cima grazie ad un ascensore di cristallo, da cui godere di una vista a 360 gradi sul capoluogo piemontese.

Fig. 5a. Civita di Bagnoregio, Pixabay.
Fig. 5b. Mole Antonelliana, Pixabay.

Non si può ovviamente parlare di punti panoramici senza citare Roma insieme alla Terrazza del Pincio, da cui si può ammirare una splendida visuale su Piazza del Popolo, e al Gianicolo, dove si scorgono il Pantheon, l’Altare della Patria, la Cupola di San Pietro e tutte le basiliche della città. A Milano la bellezza del panorama trova il suo perfetto punto d’incontro fra la storia delle guglie del Duomo e la modernità dei grattacieli più alti d’Italia. Fra questi, la Torre Unicredit (231 metri), la Torre Allianz (209,2 metri), la Torre Generali (177 metri) e la Torre Pwc (175 metri). Questa è solo una piccola “carrellata” dei luoghi meravigliosi che rendono la nostra Italia unica al mondo. Sta a noi scoprirli e visitarli. Lo dobbiamo a questo stupendo e amato Paese.

“ll vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”.
(Marcel Proust)

Veronica Elia

Occhiocapolavoro

Dott. Giuseppe Trabucchi  – Medico Chirurgo – Specialista in Clinica e Chirurgia Oftalmica

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