Dante Alighieri e "il male agli occhi": l'astenopia
In questo “strano” periodo passiamo tutti molto più tempo davanti ad un PC, ad uno smartphone e alla TV. Poi alziamo lo sguardo e per qualche tempo la visione appare sfuocata. Vuol dire che abbiamo stimolato, per un periodo più lungo, quel processo autonomo dell’apparato visivo che si chiama “accomodazione”. Lo stimolare l’accomodazione per alcune ore senza interruzione produce il “cosiddetto affaticamento oculare” o in termine medico astenopia. Questo fa si che per un po’ non si riesca a vedere bene soprattutto in lontananza.
Anche Dante Alighieri, che passava le giornate a leggere e studiare, soffriva degli stessi sintomi (1, 2). Ecco come, il sommo poeta, descrive questo fenomeno nel Convivio: “e questo è quello per che molti, quando vogliono leggere, si dilungano le scritture dalli occhi, perché la imagine loro vegna dentro più lievemente e più sottile; e in ciò più rimane la lettera discreta nella vista; e però puote anche la stella parere turbata. E io fui esperto di questo l’anno medesimo che nacque questa canzone, che per affaticare lo viso molto a studio di leggere, in tanto debilitai li spiriti visivi che le stelle mi pareano tutte d’alcuno albore ombrate”. Convivio III IX, 14-15.
Il Convivio (3) si dice sia stato composto tra il 1304 e il 1307. Un bel po’ di anni fa. Eppure la fisiologia dell’uomo e le sue difficoltà non sono poi molto cambiate…
- Folgorazioni e svenimenti. La malattia di Dante tra patologia e metafora. Scienza, Fides, Theologia. Stefano Perfetti, Edizioni ETS, Pisa 2011.
- Marco Santagata. Dante. Il romanzo della sua vita. Arnoldo Mondadori Editore, Milano 2012.
- Convivio. Dante Alighieri. BUR Rizzoli, Milano 1993.
Occhiocapolavoro
Dott. Giuseppe Trabucchi – Medico Chirurgo – Specialista in Clinica e Chirurgia Oftalmica
P.IVA 02128970031 – C.F. TRBGPP59D30E463K
Iscrizione Ordine dei Medici Chirurghi di Milano n. 25154
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